Parole Chiave

PAROLE CHIAVE

Visione del mondo

Una visione del mondo (talvolta anche chiamata “filosofia personale”) è la “mappa” con la quale ciascuno di noi guarda e si muove nel mondo, necessariamente diversa da quella degli altri perché diverso è il punto di osservazione individuale. E’ necessario che la nostra mappa abbia una qualche corrispondenza con il mondo, se vogliamo orientarci in esso, ed essere in certa misura compatibile con quelle degli altri, se vogliamo interagire con i nostri simili. La Consulenza Filosofica si occupa di comprendere meglio la visione del mondo del consultante affinché egli ne acquisisca consapevolezza, ne colga le incoerenze e le contraddizioni, e rifletta responsabilmente sul modo di condurre la propria vita.

Comprensione vissuta

È l’espressione con cui i consulenti filosofici talvolta indicano la visione del mondo “pensata e vissuta”, ossia quella che si costruisce nel corso della consulenza completando quella pensata con quella espressa dalle nostre azioni e reazioni.  Ogni persona, infatti, interpreta il  mondo non solo attraverso ciò che pensa e crede ma anche attraverso il proprio modo di essere e di agire. Tra le due “visioni del mondo” ci sono spesso delle differenze e talvolta persino dei conflitti (per esempio posso pensare di non avere pregiudizi razziali e poi scoprire di provare ansia se sono in un vagone ferroviario con soli africani, oppure posso pensare di essere un difensore dell’ambiente senza accorgermi di seguire uno stile di vita che smentisce il mio pensiero): una parte importante della Consulenza Filosofica consiste appunto nello scoprire e nell’armonizzare queste differenze nella “comprensione vissuta”.

Dialogo

Il dialogo è il “mezzo” attraverso il quale la Consulenza Filosofica prende forma e si sviluppa. Esso non è una peculiarità esclusiva della Consulenza Filosofica. Sono infatti dialogiche anche le psicoterapie  e molte forme di consulenza “tecnica” ma nella Consulenza Filosofica il dialogo si svolge in modo libero, non strategico e non modellato su schemi interpretativi. Come tale è per sua natura paritetico, pur nella diversità dei ruoli del filosofo e del suo ospite, poiché ciascuno ha i medesimi diritti e le stesse responsabilità nel costruire in modo rigoroso la visione del mondo del consultante.